Muffa nelle camere bianche: una minaccia persistente e la necessità di una biodecontaminazione proattiva
Le camere bianche sono progettate per essere ambienti altamente controllati in cui la contaminazione microbica è ridotta al minimo per proteggere i processi sensibili, specialmente nella produzione farmaceutica e biotecnologica. Eppure, anche in questi spazi rigorosamente curati, la muffa rimane una minaccia persistente e insidiosa. La resilienza, l'adattabilità e la capacità delle spore della muffa di colonizzare aree difficili da raggiungere le rendono un avversario formidabile nel controllo della contaminazione.
La sfida nascosta della muffa in ambienti controllati
La muffa prospera in ambienti caldi e umidi, condizioni che si trovano spesso negli incubatori walk-in e in altre zone ad alta umidità presenti nelle camere bianche. Queste aree, sebbene essenziali per la coltura cellulare e la crescita microbica, creano inavvertitamente le condizioni ideali per la proliferazione della muffa. La sfida è aggravata dalla complessità delle apparecchiature e delle infrastrutture, come i sistemi di scaffalature mobili e i condotti HVAC, che possono ospitare spore di muffa e facilitarne la diffusione.
Anche con protocolli di pulizia rigorosi, la muffa può persistere e riemergere, spesso da luoghi trascurati o inaccessibili. Ciò sottolinea una verità fondamentale nel controllo della contaminazione: l'eradicazione deve essere assoluta, altrimenti il problema è destinato a ripresentarsi.
Case study: una contaminazione persistente da muffa in un impianto di produzione di vaccini
Una multinazionale produttrice di vaccini ha dovuto affrontare un problema ricorrente di muffa all'interno di una serie di incubatori walk-in. Nonostante i protocolli di pulizia migliorati, i conteggi delle muffe hanno costantemente raggiunto livelli critici, suscitando l'urgente necessità di intervenire.
Risposta iniziale: biodecontaminazione con vapore di perossido di idrogeno
La struttura si è rivolta al servizio di biodecontaminazione rapida (RBDS) Bioquell di Ecolab per eseguire un intervento mirato. Il servizio di biodecontaminazione Bioquell di Ecolab è stato scelto perché utilizza Bioquell HPV-AQ, un biocida approvato dal BPR (l'approvazione del perossido di idrogeno Bioquell HPV-AQ 35% è stata inserita nella legge europea - Regolamento sui prodotti biocidi (BPR, Regolamento (UE) 528/2012)).
Ogni incubatrice è stata trattata come un involucro separato e il vapore di perossido di idrogeno è stato distribuito durante la notte. Gli indicatori biologici (HPV-BI) posizionati in tutti gli incubatori hanno confermato che è stato raggiunto un abbattimento sporicida di 6 log sulle superfici esposte. Le verifiche hanno confermato che i livelli di carica microbica sono scesi a zero dopo il trattamento.
Tuttavia, tre mesi dopo, è riapparso lo stesso ceppo di muffa, uno sviluppo inaspettato ma non insolito a causa della persistenza della muffa. Questa volta i risultati sono rimasti al di sotto dei livelli di intervento. Eppure, il modello persisteva: eradicazione completa seguita da una graduale ricontaminazione.
Indagine sulle cause principali: oltre la superficie
Riconoscendo i limiti degli interventi a livello superficiale, il team di microbiologia ha seguito la raccomandazione di Ecolab di ampliare la propria indagine. Nonostante le sostituzioni di routine dei filtri, i condotti HVAC sono stati campionati e hanno restituito conteggi positivi delle muffe. Questa scoperta è stata fondamentale.
L'area interessata dalla decontaminazione con vapore di perossido di idrogeno è stata ampliata per includere le superfici all'interno dei condotti HVAC e delle stanze di stoccaggio adiacenti. Gli indicatori biologici sono stati collocati in queste aree e hanno confermato il successo degli sforzi di biodecontaminazione. A seguito di questo intervento completo, non è stato rilevato alcun conteggio di muffe durante i successivi sei mesi di produzione, dimostrando l'importanza di intervenire sia sulle superfici HVAC che su quelle all'interno delle stanze di incubazione.
Da reattivo a proattivo: un nuovo standard nel controllo delle muffe
Quella che era iniziata come un'azione correttiva si è ora evoluta in una strategia proattiva di controllo della contaminazione. Il produttore di vaccini ora esegue la biodecontaminazione automatizzata della propria area interessata (compresi gli incubatori, le superfici HVAC e le relative aree di stoccaggio) ogni sei mesi. Questo approccio ha sostituito la tradizionale pulizia profonda come fase finale della rimessa in servizio post-arresto.
La natura gassosa del vapore di perossido di idrogeno ne consente la distribuzione in geometrie complesse e aree inaccessibili e il passaggio attraverso filtri HEPA, una caratteristica essenziale quando si ha a che fare con la muffa, che può colonizzare fessure microscopiche e condutture HVAC. Il successo costante di questo metodo evidenzia il suo valore non solo nella bonifica, ma anche nella prevenzione.
Conclusione: il controllo della muffa richiede un approccio sistemico
Questo caso esemplifica una lezione fondamentale per i microbiologi e i professionisti del controllo della contaminazione: la muffa potrebbe non essere gestibile solo attraverso la pulizia delle superfici. È essenziale un approccio a livello di sistema, che includa la mappatura ambientale, l'analisi delle cause profonde e la biodecontaminazione completa.
Servizi come Bioquell RBDS di Ecolab offrono una soluzione rapida e completamente gestita con reportistica dettagliata, il che li rende ideali per le zone ad alto rischio. Integrando tali interventi nei programmi di manutenzione ordinaria, le strutture possono passare da una gestione delle crisi reattiva a una gestione proattiva del rischio, contribuendo a garantire che i processi di produzione critici funzionino senza interruzioni.